Sarà una farfalla con grandi ali, su cui verrà piantato un gran giardino pensile. Il progetto è dell'architetto Fabrizio Fragomeli. In 8 mesi, ospiterà 70 aziende, start-up, brevetti "green" italiani.
L’Italia ci sarà, tra le architetture giganti delle regioni della Cina e quelle di altri 17 Paesi del mondo, che a settembre prenderanno parte al China International Garden Expo.
Ma Casa Italia sarà soprattutto una grande vetrina internazionale per settanta aziende nostrane piccole e medie, vessate dalla crisi, oltre che per start up e inventori di brevetti. La missione è di spalancare le porte del mercato italiano in Cina. Un’impresa al momento non semplice, come spiega Carmine Gelli, presidente di Confimprese Nord-Ovest, capofila della delegazione che per otto mesi, nel capoluogo dell’Henan, rappresenterà uno spaccato delle nuove tecnologie per l’ambiente, dall’alimentare alla purificazione di acqua e aria nelle città, che l’Italia attualmente offre.
«Il nostro Paese è conosciuto in Cina per i grandi brand della moda, presenti da 30 anni sul mercato – dichiara -, ma l’ossatura della nostra economia, le piccole e medie imprese, hanno molte difficoltà ad investire, perché la nostra mentalità artigianale non riesce a stare al passo con la loro burocrazia e la velocità cinese»
Oltre alle imprese, a Casa Italia ci saranno anche tre università: «Si sono candidate Firenze, Bergamo e Bolzano», continua. Saranno promotori di tecnologie «green», immersi in un paesaggio inquinatissimo.
Non più tardi di una settimana fa, i rilevatori di inquinanti nella città di Zhengzhou davano valori ultra stellari di Pm 2.5, la concentrazione di polveri sottili: 185 microgrammi per millimetri cubo, e pensare che il livello massimo tollerato dall’uomo, secondo le regole europee, è fissato a 25 microgrammi.
«Quando eravamo lì per seguire i lavori di costruzione del padiglione – racconta Gelli -, anche il governo raccomandava di non uscire per troppe ore al giorno, per via dell’inquinamento». All’esposizione di Zhengzhou, le pmi italiane punteranno, in particolare, «sull’alimentare biologico per i bambini, uno dei settori su cui i cinesi stanno diventando attentissimi», perché si trovano a crescere figli in città quasi invivibili, e ancora, «sui brevetti per il trattamento dei rifiuti, e sulla bioedilizia».
Letizia Tortello
Il padiglione, firmato da un architetto torinese, il 37enne Fabrizio Fragomeli, a maggio 2018 verrà smantellato. Ma il governo cinese intende tenere l’Expo dei giardini come il simbolo permanente della rinascita verde della regione.
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